Mi piacciono le storie.
Mi piace ascoltarle ma mi piace anche leggerle ai bambini e vedere, mentre leggo, le loro bocche aperte, i loro occhi spalancati e sorpresi.
Le loro anime rapite.
Mi piacciono le storie.
Mi piacciono le storie vere.
Quelle struggenti che ti fanno sospirare e quelle allegre che fanno ridere.....
Mi piacciono le storie.
Quelle che parlano della gente.
Le storie di giovanotti a cui basta un fiasco di vino e quattro chiacchiere per stare in compagnia.
Le storie di nonni con la passione per il proprio lavoro che restano in bottega fino a tardi.
di braccia giovani che lavorano
e di mani abili che sferruzzano maglioni soffici e calzini caldi per l'inverno.
Mi piacciono le storie.
Quelle che sanno di bucato steso al sole d'estate
e di panni davanti al camino d'inverno.
Sono storie di mamme instancabili che lavorano sedute accanto ai loro figli piccoli
le stesse che, col sorriso sulla bocca e la pazienza nel cuore sanno spiegare, educare, e crescere quelli grandi
Sono storie di papà che escono la mattina presto quando fa ancora buio per per svolgere il loro lavoro
Il carbonaio
Il sarto in bottega
Il tagliaboschi
Il contadino
Il costruttore di gerli
Storie di pettegolezzi e confidenze tra donne
e magari, qualche volta, di invidie e litigi
Storie di sguardi timidi e nascosti
di sguardi furtivi in direzione di chi fa battere il cuore
e che un domani porteranno la felicità
e la fiducia nel futuro

Un futuro che, come del resto al giorno d'oggi, ha le fattezze di un bambino.
Un futuro spensierato fatto di giochi semplici come saltare alla corda

o camminare sui trampoli
o suonare il corno
o un gioco che si concede tutto il tempo necessario per arrivare alla noia.
Una noia sana.
Ma per quanto la natura sia una buona maestra, mi piace anche ascoltare storie che raccontano di scuola.
Storie di insegnati severe
Di insegnanti dure ma che, allo stesso tempo, si dedicano al proprio lavoro con amore e sentimento.
Storie di bimbi che studiano con passione
e di bimbi che invece vanno in castigo dietro la lavagna.
Mi piacciono le storie semplici, le storie che hanno il sapore di tutti i giorni e che sanno di pane e formaggio, salame, polenta, e un goccio di vino rosso.
Le storie che sanno di bimbi nati in casa
le storie che sanno di cucina e di famiglia.
Le ho ascoltate tutte, con calma, con attenzione e stupore.
E ancora una volta ho avuto la certezza che la risposta è sempre lì; è sempre nelle storie che raccontano le piccole cose belle....
......
La bellezza di questo racconto non sta nelle mie parole ma nelle immagini che lo compongono e che raccontano la storia della manifestazione "Premana rivive l'antico".
Questo post vuole essere un tributo al paese di Premana, conosciuto nella nostra zona come paese delle forbici che organizza un percorso a tutto tondo nella vita di campagna d'altri tempi.
Un percorso che rende omaggio alla tradizione contadina e si svolge sia all'interno delle case che all'esterno (boschi e sentieri) del paese.
Impossibile restare indifferenti alle suggestive ambientazioni che permettono di entrare nei luoghi più reconditi e sconosciuti di questo piccolo centro della Valsassina.
Una sorta di grande presepe vivente fuori dal tempo sospeso tra realtà e finzione; un paese intero che si mette all'opera per aprire le porte di casa e raccontare le storie d'altri tempi in quanto patrimonio prezioso da custodire e tramandare alle generazioni del futuro.
La manifestazione, data la portata dell'evento, si svolge ogni due anni.
Arrivederci dunque al 2016 e per chi, nel frattempo volesse approfondire, può visitare il sito di Premana Rivive l'antico 2014 qui
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